Conobbi Gianfranco Jannuzzo sei anni fa in occasione di un’intervista. Se devo essere sincera fu una bella sorpresa. Una di quelle interviste che ti fanno dire: “Chi l’avrebbe mai detto!”. Infatti, chi l’avrebbe mai detto di trovare una persona buona d’animo, con occhio attento e appassionata di fotografia. Sul suo profilo Facebook mi capitò di imbattermi in qualche suo scatto “analogico” in bianco e nero che mi lasciò senza parole, ma con tante emozioni. Desideravo che Gianfranco facesse qualcosa con le sue meravigliose foto.
Ed ecco pubblicato il libro “Gente mia“, edito da Medinova, che raccoglie numerose foto scattate nel 1979 e negli ultimi anni ad Agrigento, la sua città. Nel libro, a cura di Angelo Pitrone, ci sono però anche dei capitoli introduttivi che ci fanno scoprire un po’ Gianfranco e i suoi ricordi di vita che si uniscono alle immagini di attimi unici.
L’amore per la sua terra emerge da ogni scatto e parola. “C’è un legame indissolubile tra il luogo dove siamo nati e il nostro modo di essere”.
La sua arte, fotografica e teatrale, riesce ad unirci, a farci sentire parte di un qualcosa che ci accomuna. Lui ama la sua terra e noi la amiamo con lui, perché quel luogo lo sentiamo nostro. “È guardando le loro città che mi sono accorto della mia […] è la città che amano tutti gli altri quella che io sento dentro di me… è una fitta ragnatela di emozioni che appartengono ad ognuno di noi… Palermo, amore mio, Milano, amore mio, Trieste, amore mio, Grigenti è la mia città e io mi chiedo cosa mai possa esserci di più mio se non quello che mi accomuna agli altri…”.
Con le sue fotografie riesce a tratteggiare l’identità della gente che immortala, portando alla luce gli stati d’animo e le emozioni. Un’identità costruita nei secoli, su culture diverse tra loro che non esclude nessuno, anzi comprende tutti.
Nonostante il trasferimento a Roma, ancora bambino, Agrigento l’ha sempre portata nel cuore, facendola conoscere a chi non l’ha mai visitata e omaggiandola con questo libro pieno di affetto che entra nel cuore di chi si lascia trasportare pagina dopo pagina, seguendo le emozioni.
“La fotografia è memoria, racconto, testimonianza”, così scrive Jannuzzo raccontandoci il suo amore per il bianco e nero, i primi sviluppi, i tanti scatti, senza dimenticarsi del teatro, un’altra grande passione. “Credo che esprimano entrambe un irrefrenabile desiderio di comunicare”.
Comunicare con amore. Questo è quello che fa Gianfranco Jannuzzo.