Leggendo il libro “So anch’io la virtù magica” del soprano Fulvia Ciano sono rimasta colpita dal racconto delle sue sedute spiritiche con il basso baritono Claudio Giombi. La mia curiosità mi ha spinta a voler leggere anche il libro di Giombi “La mia strada nel bosco“, entrambi editi da Le lettere scarlatte.
Giombi riesce a coinvolgere con la sua scrittura che si plasma a seconda dell’argomento, facendo divertire, pensare e a volte provare un po’ di nostalgia.
Riemergono le lezioni di canto con il Maestro Vittorio Bevilacqua, il suo lavoro alla posta, l’incontro con Anita Pittoni che l’ha spronato a continuare a scrivere poesie, ricordandolgli però di togliere i “frinzoli-fronzoli”. Nel libro i capitoli dei frammenti di vita che si gustano con piacere vengono ogni tanto alternati da qualche poesia in dialetto triestino o in italiano e devo ammettere che “fronzoli” non ce ne sono, anzi le parole si amalgamano armoniosamente.
Evidentemente gli erano rimasti impressi i pomeriggi letterari della Pittoni, tanto da portarlo successivamente a dar vita al suo salotto: appuntamenti all’insegna della cultura e in ottima compagnia.
Non posso che essere d’accordo con un altro suggerimento della Pittoni: bisogna essere essenziali nello scrivere, in poche parole dire il concetto. Stesso discorso è stato fatto a Giombi anche da Eduardo De Filippo e da un altro triestino, Giorgio Strehler che l’ha invitato a “giocare” sempre. Sebbene la lirica tenda ad aggiungere nella gestualità e non solo, Giombi tra una riga e l’altra dimostra di essersi spogliato dall’eccesso, preferendo un viaggio interiore e riflessivo.
Herbert von Karajan, Luciano Pavarotti, Maria Callas, Riccardo Muti, Luchino Visconti, Franco Zeffirelli, Magda Olivero, Claudio Abbado, Carlos Kleiber: sono alcuni dei nomi che il basso baritono triestino ha incrociato sul palcoscenico o lungo il suo cammino.
Ciò che arriva però al cuore è l’amore per le piccole cose, il saper godere di ogni attimo, di un tramonto, di un piatto preparato con amore, di una buona lettura o della musica.
Forse Giombi ha prorpio ragione: dovremmo essere tutti più positivi e non farci travolgere dalla negatività. Gioia di vivere, raccontare e sorridere. Ecco gli ingredienti.
L’importante è essere in pace con se stessi. E Giombi lo è.
“Affrontate ogni nuova esperienza con curiosità”.