Ieri, 17 maggio 2024, a Palazzo Ragazzoni (Sacile) si è tenuto l’ultimo appuntamento della rassegna “Concerti a Palazzo”.
Nella prima parte del concerto il sassofonista Stefano Pastorcich e il pianista Andrea Furlan hanno regalato al pubblico “Hot-Sonate” di Erwin Schulhoff e “Sonata for alto saxophone and piano” di Phil Woods.
Che dire? Conosco il “duo” Andrea-Stefano da tanti anni ormai. Li ho seguiti da quando frequentavano il Liceo Musicale Carducci-Dante. Da allora hanno continuano a migliorare la loro tecnica, ma soprattutto hanno raggiunto una padronanza dello strumento, riuscendo a trasmettere a chi li ascolta profonde sensazioni.
Ieri sera, in una cornice suggestiva, in un’amalgama di emozioni, hanno saputo esprimere la loro capacità di entrare in connessione attraverso la musica.
Il programma che hanno proposto, forse un po’ insolito e non così spesso eseguito, ha messo in risalto la loro abilità di “giocare” con lo strumento, sempre con professionalità e incisiva presenza.
A colpirmi è stata la sonata di Woods eseguita dal duo con virtuosismo e viscerale intensità.
La seconda parte ha invece visto esibirsi il Quartetto di sassofoni formato da Francesco Guidolin, Marin Komadina, Joel Zagar e Stefano Pastorcich.
Da un sapore latineggiante con “Sud America” di Lino Florenzo, sono poi passati verso l’Est Europa con “Klezmer Triptych” arr. di Mike Curtis, per finire con “Polar Vortex” di Chris Evan Hass. Un viaggio musicale nel Novecento, attraversando più culture.