Le vere storie non conoscono tempo. Scritto nel 1973 da Giuseppe Patroni Griffi, lo spettacolo “Persone naturali e strafottenti” è ancora attualissimo. Andato in scena ieri sera, 28 marzo 2024, al Teatro Bobbio di Trieste, è una tragicommedia cruda, profonda, condita da un’ironia spigolosa, capace di smuovere diverse corde dell’anima.
È l’ultimo dell’anno, siamo a Napoli, nell’appartamento di Donna Violante, ex serva in un bordello. La scenografia è essenziale e nel contempo impregnata dalle storie di chi è passato per quella stanza, dove si svolge l’intera vicenda che finisce per consumarsi come l’anno passato. Stanza che ci viene mostrata da prospettive diverse: internamente e dal di fuori.
Marisa Laurito, nelle vesti di Donna Violante, ci restituisce l’essenza nascosta delle genti di una città che racchiude sofferenze, ma anche la forza di rialzarsi. Un gioco di parole e silenzi tra quattro persone che in una notte scoprono se stesse per la prima volta.
Giancarlo Nicoletti dona al pubblico un personaggio che oscilla fra rassegnazione e pungente umorismo. Si tratta di Mariacallàs, un travestito messo in scena con sapiente leggerezza in contrasto alla pesantezza interiore che però non riesce a spegnere la luce della speranza impressa negli occhi. Nicoletti non lascia al caso nessun movimento, danzando nel vortice della vita.
Dall’altra parte: Fred, studente omosessuale e Byron, uno scrittore nero, entrambi alla ricerca dell’ebbrezza di una notte. La voglia di libertà di Fred, sfidando le paure, lotta con la rabbia e la voglia di distruggere il mondo di Byron, per tutte le umiliazioni subite.
Guglielmo Poggi interpreta Fred dandogli la giusta dose di energia vitale di chi cerca di afferrare l’attimo puro che non conosce ostacoli. Livio Beshir accoglie Byron, il suo personaggio, silenziosamente e proprio con quei silenzi riesce a trasmettere con un alternarsi di espressioni il tormentato mondo interiore di uomo soffocato dal male ricevuto.
Storie che si muovono inesorabili nelle pieghe più buie dell’esistenza, di Napoli che diventa un luogo universale dove attualità, poeticità e disincanto dialogano tra loro affrontando temi ancora contemporanei: dall’emarginazione alle violenze psicologiche e fisiche.
La regia di Giancarlo Nicoletti regala al pubblico una tragicommedia a tratti grottesca e surreale dove quattro “persone naturali e strafottenti” si spogliano davanti agli altri, mostrando il loro essere. Più puro. Più vero.