Una serata che non ti aspetti! La vita sa regalare piccoli momenti magici. Non era in programma, ma forse è proprio ciò che non prevediamo che ci fa emozionare realmente.

Giungere a Cividale del Friuli e vedere sul Ponte del Diavolo il nome di Giorgio Pressburger mi ha fatto un certo effetto. Non solo: percepire l’unione di più culture, è stato come sentirsi parte di un qualcosa di più grande. Se oggi esiste il Mittelfest Festival è anche grazie al suo impegno.

Tornare” è il titolo di una piccola, ma incisiva, mostra dedicata a Pressburger che unisce frammenti di vita e spunti penetranti per profonde riflessioni.

“Noi non siamo veri esseri umani, se non prendiamo su di noi la responsabilità di un altro uomo e attraverso quest’uomo, di tutta l’umanità”.

Non nego che è stato emozionante vedere il cofanetto “Sul fondo della coscienza” che racchiude la trilogia dei film diretti da Mauro Caputo a cui sono particolarmente legata, anche perché ho avuto il piacere di prendere parte all’ultimo film che è stato presentato durante la 76esima Mostra del Cinema di Venezia. Starò diventando “vecchia”, ma tutto ciò mi ha commossa. Grazie all’Associazione culturale Giorgio Pressburger per il lavoro che sta facendo!

Dopo questo viaggio nel mondo di Giorgio, sono riuscita finalmente a vedere mio fratello Stefano Pastorcich al Mittelfest!

C’era stato nel 2015 in occasione di un evento con Markus Stockhausen (io ero rimasta a Trieste per documentare la consegna della medaglia della Città di Trieste a Livio Cecchelin); quest’anno ci è tornato con il Conservatorio Tartini di Trieste.

Nella Chiesa di San Francesco è stata eseguita una versione per orchestra da camera dell’opera di Béla Bartók “Il castello di Barbablù“, diretta da Vakhtang Gabidzashvili. Ad interpretare il Duca Barbablù è stato Tamaš Kiš, mentre Judit è stata affidata a Kamilla Karginova. Due voci espressive, legate da una poeticità interiore capace di arrivare all’anima.

Ad introdurre questa opera è stato Giacomo Segulia che ha accompagnato con travolgente passione il pubblico in questo magico viaggio.

Complimenti a tutti quanti, all’Orchestra sinfonica Italia-Serbia, a cura della classe di Direzione d’Orchestra M° M. Angius e a Igor Imhoff – Accademia di Belle Arti di Venezia – per la drammaturgia visiva.

Veramente un viaggio emozionante e suggestivo: non capita spesso di sentire un’opera in ungherese e poi era la lingua di Giorgio Pressburger… Questa “coincidenza” mi è entrata nel cuore…

Köszönöm

Pressburger e Il castello di Barbablù al Mittelfest