“Fuori dalla penna non c’è salvezza”. Alessandro Mezzena Lona con il suo libro “L’amore danza sull’abisso“, pubblicato da Castelvecchi editore, ci porta a viaggiare nella mente di Ettore Schmitz.
Un viaggio interiore, a volte tormentato, capace di condurre il lettore ad un’analisi continua dei fatti e di quei gesti o frasi non dette che nascondono sottili verità. Si percepisce l’accurato lavoro di ricerca compiuto da Mezzena Lona per ricostruire i modi di fare, il carattere, le manie, di uno dei più significativi scrittori del Novecento: Italo Svevo.
Parole dal sapore d’altri tempi prendono spazio riga dopo riga, costruendo le dinamiche narrative e tratteggiando con meticolosa attenzione le figure che hanno fatto parte della vita di Svevo. Emergono la moglie Livia, la suocera Olga, l’amico pittore Umberto Veruda, ma anche Giuseppina Zergol la famosa Angiolina di “Senilità”.
La semplice trasferta di lavoro a Murano di Ettore, pian piano, prende una piega diversa, inaspettata. Un sussegursi di misteri e delitti che lo travolgono procurandogli non pochi problemini fisici. Remengo tutto! Potrebbe benissimo esclamare Svevo, senza però abbandonare le ricerche in una sorta di monologo interiore. La psicanalisi, i tarocchi e perfino lo spiritismo di Nella Doria Cambon si fondono in un mondo che va oltre ciò che si vede semplicemente con gli occhi. E con quella famosa ultima sigaretta Ettore consegna al lettore la sua verità…